ARTURO URSITTI, che si muove con passione tra una molteplicità d’interessi artistici e culturali (si occupa, tra l’altro, anche di musica e pittura), ha fatto veramente rivivere il mondo agricolo-pastorale della natia Opi, nella varietà delle ombre e delle sue luci, nell’incanto dei suoi panorami, nelle gioie e nelle angustie della sua gente.

Il volume ’Ne cante de cardille (1971) contiene questo ed altro, perfino canzoni e stornellate, materia ovviamente più leggera, per cosi dire, ma trattata con molto garbo. Dalla produzione dell’ultimo decennio, tuttora inedita, si ha la conferma di una certa propensione verso l’urgenza melodico-descrittiva, ma si ha anche l’impressione d’un affiorare sicuro del gusto intimistico.