Arte e cultura della Marsica

A qualcuno puņ apparire strano che ancor oggi, nel mezzo di un’etą dominata dal pił imperversante tecnologismo, si parli di umanesimo e di umanisti. Eppure, se una veritą ormai inamovibile e discesa dalle lunghe polemiche che negli ultimi anni si sono svolte sulle cosiddette due culture, essa puņ essere brevemente riassunta in questi termini: la cultura scientifica, se non vuole rischiare di creare un mondo popolato di robot, deve avvalersi della collaborazione della cultura umanistica, la quale e la sola in grado di mantener viva la fede in una civiltą fatta su misura dell’uomo. Senza voler nemmeno sfiorare la questione a chi delle due spetti la prioritą e il primato nella societą di domani, crediamo di poter affermare che tra « scientia » e « humanitas » occorrerą stabilire sempre pił chiari rapporti, non di estraneitą e tanto meno di ostilitą, ma di coesistenza e interdipendenza. R questo, del resto, il risultato a cui ci sembra siano pervenuti gli studiosi pił seri dei due settori. Tra costoro va senz’altro annoverato Giulio Butticci. Nato il 25 ottobre 1904 a S. Potito di Ovindoli (L’Aquila) – un paesino dell’antica « provincia dei Marsi », gia residenza estiva di principi romani, cola richiamati dall’amenitą del luogo e dal clima salubre per le vicinanze del lago Fucino, noto finanche a Virgilio per le sue limpide acque – Butticci, dopo aver compiuto gli studi classici al « Cotugno » dell’Aquila, si laureo in lettere presso l’Universitą di Roma all’etą di 23 anni, con una tesi su Omero ed Esiodo nei « Conviviali » di G. Pascoli.

Appena un anno dopo la laurea, precisamente nel 1928, riuscģ vincitore in un concorso a cattedre di materie letterarie nel Ginnasio superiore e fu destinato a Veroli; nel 1929 vinse la cattedra di materie classiche nei Licei con assegnazione di sede ad Arpino e, successivamente, a Teramo, Pescara, Napoli, Avezzano, Civitavecchia, Roma. Passato alla Presidenza nel 1956, in qualitą di titolare resse dapprima il Liceo classico di Avezzano, poi l’Istituto magistrale di Anagni e, infine, i Licei classici « Lucrezio Caro » e « Tacito » di Roma. Dal ’72 e in quiescenza, dopo 44 anni di ruolo. Superfluo rilevare che, dovunque abbia prestato servizio e come docente e come preside, ha lasciato una impronta davvero indelebile della sua bontą e del suo equilibrio non meno che della sua vasta e profonda dottrina, sicché ci sembra pił che meritata la medaglia d’oro conferitagli il 2 giugno 1972 dal Presidente della Repubblica con l’attestato di benemerito della scuola e della cultura. Ma la raritą delle doti di Giulio Butticci non poteva sfuggire alle alte sfere del Ministero della Pubblica Istruzione, da cui e stato giustamente chiamato a far parte di varie e importanti Commissioni di studio, tra cui ricordiamo: quella nominata dal Ministro Rossi nel ’56 per l’insegnamento del latino; quella nominata dal Ministro Gui nel ’66 per la stesura dei programmi di latino; un’altra analoga nominata dallo stesso Gui nel ’67 per il greco.

E da credere che il contributo dato da Butticci in seno a queste Commissioni non e stato, e non poteva essere, puramente formale, non solo per le sue salde convinzioni d’ordine generale di cui si e anche parlato nei cenni introduttivi di questo breve profilo, ma anche perché dall’ultimo dopoguerra egli si e posto come pochi criticamente il problema del rinnovamento della scuola, sia sul piano didattico che su quello educativo. Dei suoi numerosi studi fatti in proposito, segnaliamo i seguenti: L’esame di Stato per questionari, con pref. di Roberto Giannarelli, estratto da « Rassegna dell’Istruzione Media », 1952, pp. 20; L’insegnamento del latino e greco nel liceo classico quinquennale, estratto c.s., 1953, pp. 23: La scuola dell’immobilismo, in « Itinerari », nn. 14-15, e « Rivista di Storia e Letteratura », 1955, pp. 135-148; Il progetto Rossi degli Esami di Stato, in « Rassegna dell’Istruzione Media », febbraio 1956, pp. 7; Caratterizzazione del latino nei tre tipi d’istituto classico, scientifico e magistrale, estratto da « I Licei », 1957, pp. 9; Insegnamento su programma speciale di lettere classiche effettuato nel Liceo classico « Giulio Cesare » di Roma, in «Rassegna dell’Istruzione Media», luglio-agosto 1957, pp. 5; Progetto di esame di Stato a sessione unica, ibid., sett. 1960, pp. 14; L’esame di Stato a sessione unica Progetto riveduto e ampliato, ibid., febbr. 1961, pp. 21; Il latino nella scuola second’aria superiore, in « Rinnovarsi », 1967, pp. 481-488; I nuovi programmi di greco, ibid., nov. 1967, pp. 780-786; Il latino di Don Abboedio, ibid., aprile ’68, pp. 261-264; Lineamenti di u1za nuova didattica del latino, in « Proposte didattiche », Loescher editore, 1974, pp. 136-138.

Si tratta di articoli e saggi che denotano, da un lato, la piena consapevolezza dei timori oggi tanto diffusi circa il declino della tradizione classica e, dall’altro, l’attiva partecipazione al processo di svecchiamento della nostra scuola col proposito specifico di scongiurare o frenare quel declino. Ma gli studi di Butticci non si limitano al processo dell’aggiornamento didattico concernente le « humanae littere »; egli vanta anche degli scritti di vario carattere, come questi: « Il Poeta degli Iloti » di Giovanni Pascoli, estratto dal « Giornale degli Arcadi », Roma 1929, pp. 20; Il posto dei « Conviviali » nell’opera di G. Pascoli, annuario del Liceo di Teramo, 1932, pp. 15; Testimonianza su Tommaso Fiore, in « Rassegna Pugliese », 1967, pp. 389-391; La « marcia su Roma » nei ricordi di un liceale, in « Lettera ai Compagni », dic. 1972; Tommaso Fiore: La battaglia per gli mmili, ibid., luglio 1973. Bastino queste poche segnalazioni bibliografiche per aprire un piccolo spiraglio sugli altri interessi avvertiti da Butticci in un cinquantennio di attivitą culturale. Deve essere chiaro, pero, che l’interesse maggiore di Giulio Butticci e stato rivolto agli « studia humanitatis » e in tale settore le sue pubblicazioni pił notevoli sono: Gli ordinamenti politici dei Romani, Loescher editore, 1968, pp. 74; A1.T. Cicerone: L’orazione contro L.C. Pisone, introduzione, traduzione e note del Nostro, nel vol. IX di Tutte le opere di Cicerone col testo latino a fronte a cura del Centro Studi Ciceroniani, Mondadori editore, 1970, pp. 158; La cultura classica nella « Historia Afarsorum » di M. Febonio, in « Abruzzo », 1971, pp. 345-355; e infine, con la collaborazione di alcuni studiosi marsicani, la traduzione integrale della stessa Historia AIarsorum del Febonio, di cui si attende ormai la definitiva messa a punto per la stampa.

Ed ora, due parole sull’uomo di azione. Giulio Butticci, infatti, smentisce la pur gloriosa tradizione dell’intellettuale puro, del letterato avulso dalla realtą concreta della vita, dell’umanista tutto chiuso nel bozzolo delle sue ricerche erudite. Si pensi che egli ha sempre ispirato la sua missione o, per dirla pił modestamente, la sua funzione di docente e di preside agli ideali di liberta e di giustizia sociale. Quando era a Napoli, durante il fascismo, frequento con pochi altri coraggiosi la casa di Benedetto Croce col rischio, com’e risaputo, di essere schedato e sorvegliato dalla polizia; e infatti, alla caduta del regime (25 luglio 1943), egli si trovava nelle carceri di Bari come detenuto politico insieme, nientemeno, con Guido De Ruggiero, Guido Calogero, Tommaso Fiore, Michele Cifarelli e altri antifascisti di diversa levatura e provenienza, tutti accusati come promotori della fondazione del Partito d’Azione. Inoltre, Butticci ha partecipato alla Resistenza in Abruzzo, sfuggendo pił volte miracolosamente alla retate naziste; e dopo la Liberazione ha fatto della politica militante tra le file del Partito d’Azione e, allo scioglimento di questo, del Partito Socialista.

Egli ha svolto anche una intensa attivitą sindacale nelle organizzazioni della scuola, prima quale socio, fin dal periodo clandestino, del Sindacato Nazionale Scuola Media e, successivamente, quale dirigente del Sindacato Unitario dei Presidi (ANCISIM). Soprattutto nel periodo 1960-68 egli si e occupato dei problemi di lavoro scrivendo numerosi articoli, per lo pił con lo scherzoso pseudonimo Eutichio de Magistris, su « La Voce dei Presidi ». Dal 1969 e membro della Commissione permanente, di nomina parlamentare, per lo studio dei problemi e dei risultati dell’Esame di Stato. Da molti anni e anche socio dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza, nonché dell’Istituto di Studi Abruzzesi di Pescara.

Non sarą inutile rilevare, per concludere, che Giulio Butticci, chiamato a onerosi incarichi per le sue straordinarie qualitą umane e culturali, ha sempre assolto ai suoi doveri con scrupolosa puntualitą, offrendo non solo il conforto della sua ambita adesione a convegni ed assemblee nelle pił varie sedi, ma dando il suo apporto fattivo ai dibattiti con interventi rimarchevoli per sobrietą di stile ed incisivitą di idee.

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