Nacque a Celano intorno al 1200, probabilmente dal conte Berardo, come credono alcuni, oppure da altra famiglia altolocata della contea che poté avviarlo molto presto agli studi e procurargli una solida cultura nel campo delle “litterae humanae et divinae”, quale appunto traspare dagli esiti stilistici delle sue opere in versi e in prosa.
Nel 1214 o 1215 egli decise, con molti altri letterati e nobili d’ogni parte d’Italia, di seguire Francesco d’Assisi, il quale, nel giro delle sue predicazioni, si trovo a passare anche nella Marsica e fece visita al conte di Celano.
Nel 1221, con altri 27 frati, al seguito di Cesario da Spira, ministro provinciale, si reco in Germania a diffondervi il nuovo ordine religioso, e li, nel 1223, fu nominato “custos unicus”, cioe vicario della provincia renana, la quale comprendeva Colonia, Magonza, Worms e Spira.
Sembra che sia stato confermato in questo incarico nel Capitolo dell’8 settembre dello stesso anno, celebrato dal nuovo ministro provinciale Alberto da Pisa.
Non si sa quando abbia lasciato il vicariato in Germania e sia rientrato in Italia. E certo, pero, che il 3 ottobre del 1226 dovette assistere alla morte di frate Francesco e nel luglio del 1228 alla sua canonizzazione.
Ciņ si puņ dedurre dalla minuziosa descrizione di particolari che ce ne ha lasciato nelle due biografie del Santo. Subito dopo, infatti, il papa Gregorio IX pote affidargli l’incarico di narrare, a edificazione spirituale dei fedeli, la vita del Poverello; l’opera fu pronta nel giro di pochi mesi, tanto che il 25 febbraio del 1229 fu approvata dallo stesso papa, e fu ben presto nota sotto il titolo di Legenda prima S. Francisci Assisiensis.
Il 25 maggio del 1230 assiste sicuramente alla traslazione del corpo di S. Francesco, intorno alla quale scrisse subito una breve Legenda ad usum Chori, che fu aggiunta alla Vita I.
Dopo il 1230, nella vita di Tommaso abbiamo un lungo periodo che resta ancora oscuro: ignoriamo se sia tornato in Germania o sia rimasto in Italia, se si sia recato nella Marsica o in altri luoghi, quali particolari mansioni abbia avuto da espletare, dato che godeva di altissima stima tra le file del suo Ordine e tra le mura del Vaticano.
Lo ritroviamo di sicuro ad Assisi solo nel triennio 1244-47, e li per incarico del nuovo ministro generale, Crescenzio da Jesi, scrisse una nuova biografia di S. Francesco, intitolata Memoriale Beati Francisci in desiderio animae e piu comunemente conosciuta come Legenda secunda; inoltre, allo scadere del 1247, per incarico di un altro ministro generale, fra’ Giovanni da Parma, scrisse un Tractatus de miraculis sui prodigi compiuti da S. Francesco. Sempre ad Assisi, ma su preghiera del papa Alessandro IV, fra Tommaso ebbe a scrivere anche una Legenda S. Clarae Virginis, presumibilmente nel 1256 (poiche suor Chiara, morta nell’agosto del 1253, fu santificata nel settembre del 1255).
Poco dopo, intorno al 1260, egli fece ritorno nella Marsica e si stabili definitivamente come padre spirituale presso un monastero di Clarisse, sorto da poco per volere della famiglia Orsini nelle vicinanze di Tagliacozzo.
Qui, negli ultimi anni della sua vita, forse non pago del tributo d’amore francescano dato con le opere precedenti, volle innalzare due inni poetici alla santita del Poverello che s’iniziano rispettivamente con i versi “Sanctitatis nova signa” e “Fregit victor virtualis”, seguiti dalla piu celebre sequenza del “Dies irae, dies illa”, sgorgata dallo sgomento che assale 1’anima cristiana dinanzi al mistero della morte e alla prospettiva del Giudizio universale.
E’ opinione diffusa tra gli studiosi che Tommaso da Celano morģ tra il 1260 e 1270 e fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni Val dei Varri, annessa al monastero su ricordato.
Le sue spoglie, sempre venerate dai fedeli come d’un Beato, riposano attualmente nella chiesa trecentesca di S. Francesco, a Tagliacozzo.
N.B. Per approfondimenti visitare la sezione personaggi del Comune di Celano>>
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