Comune di Rocca Di Botte

Un prospetto psico-dinamico più ottimistico del carattere femminile trebano e evidenziato nel miracolo del pane cotto a forno freddo. Vi sono protagoniste ancora una volta le donne, ma e lievitante in ciascuno dei personaggi (il Santo compreso) il desiderio d’un presente più umano, d’un avvenire meno precario.
E’ sabato pomeriggio (8) e i monti intorno riflettono la luce eterea del tramonto. La campana della chiesa ha annunciato l’ora del vespro e la strada s’e fatta nervosa di quell’ansia frenetica dei momenti estremi. Le donne danno gli ultimi ritocchi al peso casalingo del giorno e rassettano gli angoli con l’alacre gioia di chi pregusti un lieto evento.

Non si può perdere ‘ la chiesa ‘. Una festa senza ‘ chiesa ‘ e come un paese senza storia. Tutto da l’idea d’un paesaggio felice, laboriosamente domestico e casareccio, in contrasto col sentimento d’oppressione feudale altrove lamentata. Nel rione il Colle le cose pero non vanno troppo bene per Bonizza la fornara. (9) E’ in ritardo con gli appuntamenti: l’ora nona e passata e l’ultima cottura del pane e ancora lontana; il forno e addirittura spento. Le donne intorno cominciano a mormorare, temono l’eccessiva lievitazione della massa, la sera che avanza, i mariti che tornano. Bonizza tuttavia non si perde d’animo, rimbocca vesti e maniche e giù ad accatastare legna. La faccia imperlata di sudore dice tutta la sua ansia. Passa di h a caso il Santo, il quale, attratto d,al vocio femminile, muove verso la massa di gente, che ressa dinanzi al forno. Lo spettacolo lo sorprende: e iniziata la festa e ancora si lavora. (10) La casa di Bio chiama tutti, anche le fornaie.

Egli ha sempre avuto modi dolci, ma non e incline a compromessi. Se necessario sfodera energia e il suo dire diventa fosforico, le sue parole secche. Avvicina pertanto la fornaia e commenta, rimbrotta, consiglia, sollecita, ordina. Bonizza non sente, non ha tempo di ascoltare, e gia in ritardo col forno e gli impegni sono impegni. Continua pertanto imperterrita a infornare legna, sostenuta dal corredo verbale delle amiche, che caldeggiano la cottura: ” La pasta e lievitata… Chi paga il danno?… Cosa si mangia domani… Povera Bonizza! Quanto danno!… “. Obiezioni logiche, ragioni indiscutibili. Ne vale il tentativo di Pietro di strappare le legna dalle mani di lei, affinché non continui ostinata il lavoro. La donna e irremovibile. Il Santo la squadra con occhi urticanti, con sguardo di brace. Le mascelle hanno guizzi precisi; vorrebbe fare di più, ma la comprensione lo porta a fare di meglio. Le donne hanno la loro ragione, ma Dio vuole la sua. La festa non si dissacra. E presa coscienza della sua missione profetica, rivolto a Bonizza e alle comari dice: ” Basta! Ponete pure nel forno il pane impastato; il fuoco non serve “.

E’ deciso a farsi ancora una volta strumento della potenza di Dio. Non può fare il disoccupato nel regno, quando urge la gloria di Dio. Questa volta l’obbedienza delle donne e sollecita. Sanno con chi hanno a che fare e con l’alacre gesto di chi si scarica di dosso una pungente fatica infornano una dopo l’altra le pagnotte e occludono il forno. Poi l’attesa curiosa e ansiosa, il tempo sufficiente al Santo per una energica catechesi sull’importanza del giorno festivo, sulla dignità dei valori dall’uomo vanamente venduti all’ingaggio. Quando Bonizza rimuove dalla bocca del forno il coperchio, gli occhi delle donne restano sbarrati dalla meraviglia dinanzi a pani bianchi, morbidi e ben cotti come pani discesi dal cielo per la gioia della domenica. (11) Con gli angeli e facile lavorare.

Note
8) Oggi il conto del tempo si fa dalla mezzanotte alla mezzanotte, ma nel medioevo si seguiva ancor l’uso romano, che divideva iI giorno in 12 parti o ore a cominciare dall’alba (generalmente le nostre 6 del mattino) e la notte in quattro vigilie di 3 ore ciascuna. L’ora nona del sec. XII corrisponde alle ore 15 dell’attuale convenzione oraria italiana; era in pratica la metà del tempo tra mezzogiorno e il tramonto del sole ma oscillazioni di anticipo nei mesi invernali, di posticipo nei mesi estivi. Al riguardo sono comunque da considerare le consuetudini dei luoghi. Il miracolo di S. Pietro si può collocare all’ora del vespro, verso le ore 16-17 odierne. Nel basso medioevo (secoli XIV e XV) si prese invece a contare l’ara prims dell’Ave Maria della sera fino ad arrivare alle 24 ore (Ave Maria del giorno dopo). Questa tecnica orariale, mantenuta in eti rinascimentale e fino al secolo XIX, e poco conosciuta dalle cronache storiografiche.

9) In giorno di sabato, dopo l’hora di nona una certa donna, chiamata Bonizza havea portato il suo pane per cuocerlo al forno et in atto d,i volerlo accendere; incontratosi a sorte il Santo comincio a riprenderla come h,avesse ardire in quell’hora che secondo l’usanza di quel paese gia si dava principio all’osservanaa della festa e della Domenica, che egli tanto inculcava, e volesse fare una tale attione con offesa di Dio; e pero esso Santo tento con sode ragioni di ritrarla. La donna intanto nulla curando le di lui riprensioni gia gettava le legna nel forno, per appiccargli il foco, si che il servo di Dio acceso di santo zelo, scorgendo di niun frutto le sue parole, appressatosi alla bocca del forno, per impedire che non ardesse, tolse a forza la legna dalle mani della donna che tuttarvia era ostinata nel suo proponimento. Accostandosi pero le altre donne per troncare il contrasto, procurarono con belle maniere di persuaderlo a d,esistere, dicendogli che essendo il pane gia lievitato rimanendo cosi crudo, si saria perduto, con molto danno della povera Boniaza e senza frutto alcuno. All’hora Pietro confidato nella divina misericordia rispose tutto risoluto a queLle donne con queste parole: Horsu nel nome di Dio, ponete pure quel pane entro il forno ancora freddo, senza legna e senza fuoco: e subito le donne eseguendo quest’ordine, posero il detto pane neL forno senza punto riscaldarlo e chiusolo cosi freddo, in breve tempo fu trovato si ben cresciuto nell’aprirln e si ben cotto e stagionato il pane altrimente che se il /orno fusse stato ardente, il che non era; e cavato fuora tutto quel pane postovi al freddo e crudo fu riconosciuto assai più bello del solito, e perciò con molta veneratione da tutti ammirato” (PIER. XXI, 23).

10) ” …essendo dunque in Trevi costumanaa di cominciar l’osservanea Cella Domenica post nonam, dalli primi vesperi; con molta ragione S. Pietro volle impedire le Donne dal cuocere il Pane; e de facto la divina Bontà si compi.acque di comprovare il gi.usto zelo del suo servo, col miracolo del pane rimasto cotto senza fuoco a forno freddo… ” (PIER. XXI, 82). Pierantoni si trattiene sull’argomento riportando esempi similari per evangelizzare il valore e l’osservanza del precetto festivo. Tra gli altri ricorda: ” due Donne, che in giorno di Domenica vollero impastare la farina per farne la focaccia, o vogliam dire la Pizaa e ponerla a cuocere sotto la cenere pagarono la pena del loro ardimento con restargli inaridite ad esse la mano; se bene poi ravvedute, l’una rest6 sanata nella chiesa di S. Giovanni Battista, e l’altra di S. Huberto”. ” Un’altra donna, volendo voltare il molino a mano, che in Trevi chiamano le Molelle, gli resto la mano destra attaccata si tenacemente nel manico di ferro, che dal suo marito con tutto lo sforao non potè mai esser distaccata e solo ne pote esser distaccata da S. Edvige, come narra il Surio in sua festa 17. ottobre” (PIER. XXI, 82).

11) ” Qui si rifletta ad un miracolo del pane al forno che si legge nella vita della B. Caterina da Bologna attribuito alla di lei singolare obbedienza; poiché la santa serva di. Dio, per potere intervenire alla pretfica, che dovea sentirsi da tutte le monache nel suo monasterio; mise di buon mattino il pane nel forno per essere h tempo spedita; ma gi.unto il predicatore in tempo che il pane era per cuocersi e datosi il segno della campanella, ella prontamente volle intervenire; e perciò fatto il segno della croce sopra la bocca del forno disse ai pani: commendo vos Deo; stette poi senza pensiero del forno, ne del pane attentissima a sentir la parola di Dio per longo tempo; e ritornata poi al forno, doppo lo spazio di alcune ore quanto durò la pred,ica vi trovò i pani ben colorati, senza segno d’arsura e cotti in tutta perfetione: e sparsasi subito la fama di questo prodigio per tutta la città di Ferrara, dove era avvenuto, molti cittàdini accorsero a cercar per gratia quelli pani, che conservovano come reliquie: et inoltre venute le monache al medesimo forno, sentivano uscirne un soavissimo odore” (PIER. XXI, 23). ” Ma un altro prodigio più antico narra il Surio nella vita di S. Paolo monaco, creato po~ vescovo n!i Verdun nel 621 e passato al cielo nel 699: li 8 febbraro: che nobile e dotto fin dal secolo, essendo in monasterio per l’ordine dell’obedientia impiegato all’offitio di fornaro, temendo un giorno di non poter havere a tempo prefisso il pane ben cotto per la mensa de suoi monaci, egli per sollecitudine entro nel forno havendone prima, gettato fuora il foco, e poscia con la sua cocolla stessa vi purgo il pavimento di esso forno e vi pose dentro il pane a forno freddo, e uscì fuora senza lesione alcuna et in breve tempo trasse fuora il pane assai ben cotto e stagionato e lo distribuì in refettorio” (PIER. XXI, 23).

Testi tratti da Pietro Eremita L’uomo della speranza da Rocca di Botte a Trevi

Testi a cura del Prof. Dante Zinanni

avezzano t2

t4

avezzano t4

t3

avezzano t4

t5