Comune di Scurcola Marsicana

A partire dalla metà del quattrocento, con gli aragonesi sul regno di Napoli, (1442), l’Abruzzo conosce una forte ripresa economica, grazie: alla crescita delle autonomie locali (Universitas), all’allevamento e al commercio del bestiame, alla produzione dello zafferano, allo sviluppo dell’artigianato.
Con l’aumento degli affari cresce anche la circolazione del danaro e la diffusione del benessere. Le migliorate condizioni economiche portano alla crescita della popolazione e alla ripresa delle attività culturali, nel clima del nuovo stile rinascimentale. E’ noto che, nel 1438, S. Bernardino da Siena si ferma a Scurcola a predicare, raccogliendo un enorme successo. Nell’occasione, dona agli scurcolani la sua bastoncella di ferro.

Al 1450 c., si fa risalire l’artistica Croce processionale di Scurcola.
Intanto gli Orsini, per meglio controllare la zona, iniziano a ristrutturare gli antichi castelli, tra i quali quello di Avezzano (ultimato nel 1490) e quello di Scurcola. Esso viene realizzato al vertice alto del Paese, inglobando quello della Famiglia Da Ponte. Nella trasformazione, il Castello assunse l’insolita forma a tre torrioni con, al di sotto, il recinto fortificato, a forma di triangolo, con gli angoli occupati da due porte con torri, chiamate: Portella e Cantalupo.
Recenti studi hanno portato ad attribuire il progetto di ristrutturazione del Castello al famoso architetto Francesco Di Giorgio Martini (L. Salciccia). Nel 1499 i Colonna sostituiscono definitivamente gli Orsini nel possesso della Contea. Intorno al 1500, sono dipinte, dal grande pittore abruzzese Saturnino Gatti, le pregevoli tele della cassa-tabernacolo di S. Maria della Vittoria, ora visibile presso il Museo di Celano.

Intanto prosegue a Scurcola il forte sviluppo edilizio. Dopo il Castello-recinto, nel 1507, con l’assenso dei Colonna, viene realizzata la Chiesa di S. Antonio con annesso Convento dei francescani (terziari). Crescono di molto anche le abitazioni civili, tanto che le aree disponibili all’interno del recinto sotto il Castello, risultano tutte occupate dalle nuove costruzioni. Tra esse, anche i grandi palazzi Bontempi (parte nord) e Rosa (sud-est), ancora oggi tra i più importanti dell’architettura cittadina. Lo stesso piazzale antistante il Castello, è occupato con la costruzione della nuova Chiesa di S. Maria della Vittoria, dove viene trasferta la preziosa statua angioina della Madonna della Vittoria. Infatti l’omonima Abbazia risulta ormai semidiruta, per gli effetti di vari terremoti e la voluta mancata manutenzione, prima da parte degli Orsini e poi dei Colonna, entrambi allo scopo di acquisirne il cospicuo patrimonio.
E’ sorprendente che la statua della Madonna (di legno) sia sopravvissuta quasi intatta alla Abbazia (di pietra). Come opera d’arte, la statua è di altissimo valore: storico, artistico e religioso. Potrebbe figurare degnamente in uno dei grandi musei mondiali. Purtroppo ai nostri giorni, per vari motivi, compresa la mancanza di una idonea strada e relativo parcheggio, risulta piuttosto trascurata, sia come restauro, sia come notorietà.

Fanno eccezione: l’attaccamento della popolazione di Scurcola e i maggiori studiosi di opere d’arte. Intanto proseguono le lotte tra Gli Orsini e i Colonna per il possesso della Marsica. In uno scontro militare, avvenuto tra Magliano e Cappelle nel 1528, gli Orsini prevalgono. Cadono nella lotta 400 colonnesi e altrettanti risultano feriti (T. Brogi). Gli scurcolani costruiscono sempre più verso il basso, dove sono realizzati anche i palazzi Ottaviani e Tuzi.
Per il materiale da costruzione si fa ampio ricorso a quello proveniente dall’abbattimento degli edifici dell’Abbazia angioina e della Villa Pontia, per cui è possibile asportare, oltre ai materiali grezzi, anche molti particolari scolpiti, che sono riutilizzati nelle nuove costruzioni. Tra tutti, occorre segnalare quelli inseriti nel palazzetto medioevale di Via Corradino 43/45, un vero gioiello dell’architettura medioevale cittadina. Ma il particolare architettonico più diffuso, è quello di un pregevole marcapiano i cui resti, per varie decine di metri, adornano le facciate di tante case scurcolane. Basta osservare le facciate delle abitazioni esistenti in Piazza del Comune. La presenza di tutti questi reperti di pietra, aiuta a datare la nascita degli edifici interessati (1518-1550).

Testi a cura del prof. Aulo Colucci 

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