Comune di Carsoli

Sia nella Grotta del Cervo che in quella dell’Ovito esistono sedimenti di tipo plastico la cui provenienza e, nella massima parte, dal bacino imbrifero esterno e, in misura minore, dalle rocce carsificabili esclusivamente calca ree e dalla vulcanite intercettata dal sistema carsico. Si tratta di una sedimentazione non continua e variata nelle sue condizioni di apporto, di deposizione e di granulometria. Si e eseguita perciò una campionatura mirata a raccogliere materiali corrispondenti alle diverse condizioni sopraindicate.

La situazione geomorfologica generale fa pensare che la Grotta del Cervo abbia funzionato come inghiottitoio prima di quella dell’Ovito, in quanto la sua apertura e posta a quota superiore; questo porta ad affermare che i sedimenti, almeno della prima parte di questa grotta, potrebbero essere di deposito relativa mente più antico. Ipotizzando poi un congiungimento tra le due cavità, a valle della confluenza possono essersi sovrapposti o mescolati i sedimenti più antichi della Grotta del Cervo con quelli più recenti della Grotta dell’Ovito. I campioni raccolti sono stati studiati con i metodi della petrografia del sedimentario, ossia con analisi granulometriche, esami diffrattometrici e determinazioni chimiche.

L’esposizione dei dati viene effettuata in base ad un criterio topografico che va dall’ingresso della Grotta del Cervo fino al pozzo di accesso ai livelli più bassi; seguono i dati relativi ai sedimenti provenienti da due serie della Grotta dell’Ovito integrati da quelli di materiali prelevati lungo il suo percorso carsico. Nella Grotta del Cervo i sedimenti presenta no colorazioni diverse: si hanno materiali fini brunorossastri (PS 16, PS 17 e PS 20A), materiali giallastri ed altri sabbiosi con pigmentazioni dal giallastro al bruno chiaro (PS 25 e PS 26). Gli esami diffrattometrici e microscopici in dicano per i sedimenti bruno rossastri una estrema carenza di minerali cristallini, tra cui sono posti in evidenza: quarzo, poco feldspato e quantità minime di calcite e di illite. Un caso particolare e rappresentato dal campione PS 20A che manca quasi completa mente di minerali cristallizzati. La sostanza amorfa e presente in quantità abbondante nei campioni PS 16 e PS 17, dove si presenta leggermente pigmentata.

La composizione chimica del campione PS 20A mostra una quantità eccezionalmente elevata di Al,O, e di Fe,O, (Tab. 2); la composizione granulometrica del campione PS 16 (Tab. 5) e quella di un silt quasi puro. La colorazione, la composizione granulo metrica e quella mineralogica priva di carbonati suggeriscono trattarsi di sedimenti prevalentemente residuali, derivati dalla dissoluzione dei calcari carsificabili. I campioni di colore giallogmolo (PS 25 e PS 26) hanno granulometria molto fine (Tab. 5), pur essendo poveri in minerali argillosi; mancano completamente o quasi di carbonati mentre sono ben rappresentati il quarzo ed i feldspati; sono perciò da ritenere anch’essi prodotti di decalcificazione. I campioni PS 13, PS 15, PS 23, PS 30 e PS 31 sono più o meno sabbiosi (Tab. 5), si tratta di materiali che, nella maggior parte dei casi, sono penetrati nella cavità attraverso fratture.

Questi sedimenti sono caratterizzati dalla presenza di calcite in quantità, talora, anche significative. In tutti i campioni analizzati (PS 15, PS 23 e PS 31) non si riscontrano elementi chimici particolarmente indicativi (Tab. 2). Nella Grotta dell’Ovito i sedimenti presentano variazioni granulometriche più evidenti, passando rapidamente da limi a limi sabbiosi (Tab. 6). Una caratteristica di questi sedimenti e quel la di presentare, episodicamente, ma di frequente, livelli contenenti materiale vulcanico ricco di lamelle di biotite. Sono state esaminate, in dettaglio, due serie: una (campioni PS C, PS D, PS E, PS F e PS G) nella parte alta del cunicolo che, a 50 metri dall’ingresso di questa cavità, si dirige verso la Grotta del Cervo; l’altra (campioni PS38, PS 39, PS 40, PS 41 e PS 42) lungo il ramo principale, a circa 500 metri dall’ingresso.

La prima delle due serie, costituita in netta dominanza da limi (Tab. 6), presenta un livello superiore giallastro (PS C) formato, secondo i risultati diffrattometrici, convalidati da osservazioni microscopiche, da molta sostanza amorfa eminentemente silicoalluminifera ferrifera (Tab. 3). Questo livello contiene biotite con caratteristiche analoghe a quelle della mica della vulcanite. Il materiale sottostante (PS D), a differenza del precedente, si presenta più cristallino, si arricchisce in calcite ma e ancora caratterizzato da abbondante biotite. Il campione PS E e sabbioso e fortemente cementato da calcite; l’elevata presenza di questo carbonato riduce proporzionalmente tutti gli altri minerali, fra i quali rimane ancora ben rappresentata la biotite. L’elevata percentuale di H,O+ (Tab. 3), de terminata nell’analisi chimica di questo campione, potrebbe significare la presenza in esso di una abbondante componente amorfa e idrata che non si riscontra nei campioni sopra e sottostanti. Nel sottostante campione PS F si ritorna ad un siltincoerente, povero di calcite e di minerali vulcanici.

Nel livello piùbasso (PS G) quasi scompare la calcite e la biotite e sempre molto evidente. Le caratteristiche chimiche di questa serie sono raccolte nella Tab. 3. La seconda serie, che e posta più all’interno della cavità, presenta qualche analogia mineralogica con la precedente in quanto contiene, nel suo livello superiore (PS 38A e PS 38B), una notevole abbondanza di mica biotite, di sicura origine vulcanica, accompagnata da leucite e da pirosseno. I sottostanti campioni (PS 39, PS 40 e PS 41) alternano livelli quarzosi ad altri calcitici o misti. Una particolarità la si riscontra nel sedimento (PS 42) posto alla base di questa serie, dove e presente un livello a granato accompagnato da orneblenda e pirosseno augitico. Il granato e in singoli cristalli spesso idiomorfi di dimensioni fino a 4 mm che, separati ed analizzati diffrattometricamente e chimicamente, si sono rivelati come tipiche “melaniti”, caratterizzate da anisotropia a settori e da una composizione chimica che vede una elevata percentuale di Ti accanto a Fe e Ca.

E’ da ricordare che la “melanite” e un caratteristico prodotto di reazione tra materiali lavici e rocce carbonatiche. Poco oltre a questa seconda serie, si incontra un sedimento limososabbioso (PS 37) di colo re dal giallastro al rossastro, ricoperto da una concrezione carbonatica. Gli esami diffrattometrici e l’analisi chimica (Tab. 3) indicano che si tratta di materiale in parte cristallino ed in parte amorfo, con prevalenza di quarzo, calcite, feldspato ed idrossidi di Fe e di Al. Altri sedimenti (PS 43, PS 44 e PS 45), pro venienti dalle parti interne della cavità, evidenziano una loro componente granulo metrica nettamente siltosa (Tab. 6), mentre le determinazioni diffrattometriche, convalidate anche dai dati chimici (Tab 3), indicano nei campioni PS 43 e PS 45 la presenza di abbondante quarzo e di feldspati a cui si associa illite, ben rappresentata, e scarse clorite e caolinite.

Testi a cura di Bertolani M., Lugli S., Rossi A.

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