Venendo ai nostri giorni, occorre dire che anche Scurcola e Cappelle, hanno risentito, nel bene e nel male, non solo dei gravi eventi verificatisi tra il 1860 e il 1945, ma anche degli effetti dei grandi cambiamenti della società italiana (emigrazione, mezzi di comunicazione di massa, industrializzazione, consumismo, apertura dei mercati, crisi del settore agricolo, sviluppo del sistema dei trasporti, ecc). Si tratta di un cambiamento epocale che cambia il sistema dei valori e delle forme di vita, con nuove scelte più rispondenti alle moderne necessità (più eguaglianza, più benessere, più informazione, più cultura). Non sempre tutto questo significa miglioramento umano e sociale.
In verità, le Amministrazioni comunali, consapevoli della necessità di ripresa e di assecondare i mutamenti in atto, grazie ai finanziamenti pubblici provenienti dal Piano Marshall (U.S.A.), sin dal 1848 avviano la realizzazione di moderne infrastrutture, quali: strade, acquedotti, fognature, illuminazione, gas, telefono, giardini, rimboschimenti, ecc.
A fronte del progressivo declino del settore agricolo, esse si impegnano: nella bonifica del territorio, nello sviluppo del settore commerciale (con un grande Centro a Cappelle), nello sviluppo edilizio, nella crescita dell’associazionismo, nel recupero culturale compreso il restauro di importanti edifici. Significativo è il recente acquisto del Castello Orsini da parte del Comune. In questo contesto, particolare importanza assumono: l’inaugurazione dell’Autostrada (1969), l’istituzione di varie Facoltà Universitarie anche in Abruzzo, l’apertura a Scurcola della Scuola Media. Purtroppo le attese di nuova occupazione locale, risultano piuttosto limitate.
Quasi tutti i giovani abbandonano il lavoro agricolo, e cercano altre occupazioni, anche in settori tecnologici, nei dintorni o altrove. Per gli anziani, a partire dalla metà del secolo scorso, arrivano, come una manna dal cielo, le pensioni. Esse salvano molte persone dall’indigenza. Negli anni ’80 si sviluppa a Scurcola come a Cappelle, nel piano, un notevole sviluppo edilizio di ville monofamiliari, conseguente: 1) all’adozione del Piano Regolatore, 2) alla realizzazione dei grandi interventi di bonifica del territorio, 3) dal possibile ricorso ai mutui agevolati della locale Banca di Credito Cooperativo. Questo fenomeno si è quasi arrestato, ma si confida in un rilancio, a seguito di scelte urbanistiche da poco approvate. Si avverte una fase quasi di stasi da parte dell’associazionismo, che pure ha consentito di vivacizzare, per più aspetti, la vita cittadina. L’associazionismo, con più collaborazione al suo interno, potrà dare un forte contributo alla qualità della vita cittadina. Intanto, nonostante i mutamenti, resta importante il senso religioso, di attaccamento alle tradizioni e, fatto nuovo legato all’aumento della scolarizzazione, di riscoperta della storia e delle testimonianze artistiche.
Di conseguenza viene avviata, nella seconda parte degli anni ’90, una attività di rilancio della cultura locale (celebrazione ricorrenze, conferenze, mostre, ecc.) e, soprattutto, la realizzazione di importanti opere di restauro, riguardanti le maggiori Chiese e il Castello. A migliorare la vivibilità locale si aggiungono la ristrutturazione dei giardini pubblici e la creazione di un moderno parco pubblico. L’azione dell’Amministrazione comunale mostra così i segni di una svolta importante, per un recupero di identità, caratterizzato da: più cultura, più sviluppo produttivo (cultura e turismo), più futuro per i giovani. Operare per questo traguardo, esige capacità, passione e unità. Per tutti deve valere una sola sfida: lo sviluppo culturale e produttivo.
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