Comune di Rocca Di Botte

La parola del Santo e come spada tagliente, penetra dentro, morde le coscienze, smembra i vizi, e parola di Dio; smantella posizioni, ricostruisce immagini, frantuma l’universo di cristallo di chi vuole gli uomini solo numeri, senza volontà e civiltà, schiavi obbedienti, consumatori consumati di cose inutili, E’ la parola di Dio, che stride con l’oggi dell’uomo. Per questo con S. Agostino si ripete spesso sorridendo: ” Se il tuo occhio ti diventa invadente, dai un calcio a te stesso e abita in cielo “. Le donne (gli uomini di giorno sciamano febbrili nei campi) sono le prime ad essere pestate dalla Parola.

La strada e il loro luogo di ritrovo, il palcoscenico della gaiezza, della malizia, non di rado anzi si fa anche piazzuola; allora lingue biforcute sventagliano frasette e sforbiciano schegge di violenza: ” Sei una pettegola, – fa l’una – le tue imposture non mi gettano la polvere negli occhi “. ” Taci, stramba! Parli proprio tu ” ribatte l’altra. ” Povera sporca! “. ” Meno di tua sorella “. L’onore non regge a tante ingiurie e spesso prendono ad azzuffarsi con mani e parole, ch’e lecito tacere. Capita che davanti a uno di tali episodi venga a trovarsi un giorno il Santo, il quale rimbrotta acerbamente le litiganti minacciandole col bastone.

Ma una di esse, calda del calore ribollente e selvaggio, bisbetico e incontenibile delle donne trebane, fattasi più ardita, lo redarguisce: ” Cosa vuoi, straccione Chi t’ha chiamato Va’ via! “. Poi, rivolta alle altre: ” E’ un impiccione – grida – un presuntuoso. Giuro per il cielo… ” e, senza andar oltre, si lancia sul Santo strappandogli di mano il bastone e gettandoglielo lontano. (6) Pietro e tentato di reagire, ma si txattiene. Invoca tra se e se: ” Santa Maria dell’equilibrio, aiutami tu! “. Dice però l’apografo che subito un forte dolore s’apprende al braccio de’lla donna quasi si fosse rotto o slogato nel lanciare il bastone. Allora: ” Cos’e di me sventurata! ” prende ella a gemere. ” Le pettegole pagano il fio ” commentano sottovoce le più anziane. Ma il prodigio del braccio offeso spegne la rissa, muove a compassione.

E’ nella psicologia femminile tale trasformazione. Dinanzi al dolore anche la donna trebana ritrova la sua grandezza d’animo. Per questo le presenti, dal levar dei gemiti e dalla curiosità fatte ormai piccola folla, cambiano umore, prendono la sventurata e, tastando i costumi dell’eremita, gliela spingono innanzi, pregandolo con voce unanime d’obliare l’accaduto. Pietro non e astioso, non gode del male, comprende la debolezza umana, ha l’abitudine di ricamare i soggetti della sua tela come pittore, che ritrae spettacoli d’albe e tramonti, di meriggi e di notti, con senso di misurato realismo. Perdona alla sventurata, prega per lei e in nome di Dio la congeda sana dal suo dolore.

Note
6) ” Doppo questi meravigliosi avvenimenti partendosi Pietro d,al monasterio, continuo in Subiaco e nelle terre circonvicine la sua evangelica predicatione a tutti, secondn il suo solito, alla esatta osservanza delle feste, e specialmente del sacro qiorno della Domenica; e non molto doppo drizao il camnw’no a Trevi, che dovea esser l’ultimo termine delle sue gloriose fatiche; nel qual luogo a pena entrato manifesto Iddio con molti miracoli il gran merito del suo servo: imperocchè nel suo ingresso a quelle porte fece risplendere la luce delle di lui heroiche virtn col seguente avvenimento; poichè subito entrato il Santo comincio a predicare a quel Popolo esortandolo all’osservanza de divini precetti, onde accadde, che una certa troppo ardita donna neI sentire le prime sue parole hebbe ardimento di disprezzarle e di schernirle; anzi giunse tanto oltre la di lei sfacciataggine, che tutta inviperita avventandoglisi contra, gli tolse di mano il bastone che il Santo portava; Ma ben tosto la divina vendetta fece restar punito il suo sacrilego ardire. Poscia che da dolore si fiero e repentino gli resto oppresso il braccio destro che quasi se lo sentiva cadere a terra fatto a pezai, onde tutti i vicini nel vedere si improviso castigo sopra la Donna, cominciarono ad esclamare, essergli meritatamente avvenuto tele nmle, per haver ella h,auto ardire di far disprezzo h quel forastiero servo di Dio. Accorsi in tanto i suoi parenti con gli altri del vicinato, presa la donna addolorata la condussero alla presenza del Santo, pregandolo istantaneamente, acrio per sua bonta si degnasse con le sue orationi dall’interceder dà Dio salute a quell’afflitta e di condonargli il suo peccato e l’affronto da essa fattogli. Dalle quali domande commosso subito L’humile servo di Dio Pietro, a pena prostrato d, terra per orare a pro della donna, che l’havea disprezzato, che in istante cesso il vehemente dolore, et il braccio di lei resto si sano, et intero, come se prima non havesse patito mai male alcuno, con stupore di tutto il Popolo, che gli era intorno” (PIER. XXI, 22).

Testi tratti da Pietro Eremita L’uomo della speranza da Rocca di Botte a Trevi

Testi a cura del Prof. Dante Zinanni  

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