La funzione dell’ospedale era quella di accogliere i malati del luogo privi di assistenza e di ospitare i viandanti affinché potessero trascorrervi la notte. L’ospedale possedeva dei beni per il suo mantenimento. L’ospedale era fornito anche di un altare per la celebrazione della messa. Quando fu visitato dal vescovo Salomone l’ospedale non doveva essere in buono stato, infatti il vescovo decreto che bisognava provvedere alla tovaglia per l’altare e agli arredi sacri minacciando l’interdizione.
Fu pure ordinato di riparare le scale e il pavimento, di aprire una finestra per dare maggior luce all’ambiente e di provvedere la biancheria per l’unico letto che era a disposizione dei malati e dei viandanti. L’ospedale andò distrutto nella valanga del 1616, e non fu ricostruito nel nuovo centro abitato, la sua rendita di 30 carlini l’anno venne impegnato per l’erezione e la manutenzione dell’altare di Sant’Antonio abate nella nuova chiesa parrocchiale. Nel 1704 I’abate Biagio Colone scrisse che non esisteva più tale rendita.
Testi tratti dal libro Roccavecchia
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