Comune di Rocca Di Botte

13) M. FEBONIO, Vita O S. Pietro Eremita, o. c., p. 123 segg.

14) “Il fratello di S. Pietro, forse prima che questo santo giovine si portasse a Tivoli hebbe un contrasegno della di lui santità con il seguente miracolo, che havendo il Santo inavvertitamente posto nel sacco una sola misura di grano per la semente ordinatagli dal fratello, questi per collera vedendo si poca provisione dopo averlo aspramente battuto, il patiente giovine si ritiro in un monte vicino et in tanto il fratello dato principio al lavoro e spargendo la semenza, si trovo il grano moltiplicato, per l’opra intera di tutta la giornata; e pure la detta misura del grano portato era si scarsa che non avanzava la sesta parte di quello che un Bifolco sole seminare in un giorno; e lo riferisce il Eebonio nella Vita stampata… e sopra questo fatto il Popolo di Roccabotte ancor oggi dimostra il luogo, e l’aratura del campo, dove lavorava il fratello di S. Pietro, che d situato nel paese incolto, che si vede disteso sopra il monte della Beata Vergine di Carsoli ” (PIER. XXI, 144).

15) A. MANZONI, I Promessi Sposi, IV.

16) I Re, XVI, 8 segg.

17) II Re, IV.

18) L. A. SENECA, Epistulae morales ad Lucilium.

19) ” Tra i più certi miracoli, che si hanno per tradizione, operati da S. Pietro il principale e quello della fontana, fatta da esso scaturire in territorio della sua Patria, e non si legge registrato nella sua Vita, ne li Autori che l’hanno trascritta ne fanno mentione, perchè e un prodigio continuo che da se stesso a tutti si fu manifesto: pero il Febonio lo havea già scritto e lo riferisce ne suoi versi il citato Poeta innominato dicendo che tornato S. Pietro in Roccabotte, essendo stato percosso dal fratello, si ritrasse nascostamente nel monte vicino, dove dimorando per tre giorni, per essere assetato, facesse scaturire Acqua d,a una pietra e li paesani aggiungono che egli percotesse la pietra col suo bastone, se bene altri dicono che il detto suo fratello stimolandolo a cercare acqua in tempo di gran siccità; ne ritrovandola il Santo, con la sua oratione impetrasse da Dio quel novo Fonte e cio accadesse prima della sua partenza dalla Patria” (PIER. XXI, 126) .

20) “Comunque accadesse il fatto l’esistenza della fontana e la credenza de Popoli circonvicini che ella sia miracolo continuo, e indubitata e anche vien confermata da miracoli merce che continuamente si beve da gli infermi per devotione e restano sanati, e per testimonianza delle gratie riceute, vi 8 stata ab antiquo fabricata sopra una piccola cappelletta, che chiamano cona per essere fatta in figura conica, dentro La quale noi stessi possiamo attestare d’aver vedute centinaia di medaglie, molte corone et Agnus Dei, alcuni Reliquarij, e pitture a tela di molti voti, et alcune imagini del Santo dipinte in tavolette appese d’intorno alle muraglie et inoltre sopru la pietra viva del languito parimento, molti quatrini di rame; e quello che ci cagiono meraviglia in questo particolare si d che per la gran veneratione, che hanno a questo luogo, ne pure i rozai contadinelli ardiscono mai di prendersi ne pure uno di quei denari, ne altra di dette cose: benché siano esposte in sito per altro remoto. Questa fontana d situata nel mezzo d’una collina di mezzo giorno vestita d’alberi, che riguarda h linea retta l’alto monte della Madonna de Bisognosi… e nello scendere al piano per tornare alla rocca si trova la fontana de Scarparoli ella ha questa proprieta, che 8 acqua perfettissima, saluberrima e sol gettare un’oncia d’acqua in circa: quasi mai manca per siccità di estate ne mai si vede crescere per le piogge d’inverno: possiamo attestare con verità d’haverla veduta in due anni di siccità: la prima volta nel 1662, quasi eruta nel modo che si d descritta; ma nel 168Z. li 4. Ottobre la trovammo alquanto mancata; pero era pieno il recettacolo di acqua, che d incassato nella stessa pietra; e perché gocciava almeno la notte, in realtà L’acqua non si e vista mai mancare et in questa occasione havendo inteso una certa vana osservanza, che corre fra la gente idiota, dicendo che ponendosi un ferro in quell’acqua di detto ricettacolo si resti secco si stimò bene con l’esperienza di cancellarla dalla fantasia; poiché postavi dentro una chiave di ferro l’acqua si vidde rimaner nella sua naturalezza come prima” (PIER. XXI, 126).

21) “Quae seminaverit homo, haec et metet (Oal. VI, 8); Pietro, perché fanciullo, quasi tenera pianta in ben coltivato terreno getto le prime radici dei suoi illibati costumi nel giardino della sua innocenza… non d meraviglia che in si breve tempo nella propria casa paterna, e forse senza cultura di alcun Direttore producesse si nobili frutti di pietà ” (PIER. XXI, 6) .

22) L’età matrimoniale e varia nei diversi paesi. Il diritto imponeva si tempo il matrimonio non prima del 14′ anno di età,. La tradizione grecoromana consigliava invece l’età matura, cioè circa il 30′ anno: neque multo minor natu triginta annis (Esiodo). Al riguardo, come accade oggi, concorrevano al matrimonio fattori diversi quali la posizione economica, la stabilità, del lavoro, le necessita, familiari, le ingerenze dei genitori, l’amore, i calori di gioventù…

23) Circa i genitori, che stimolsno il figlio a prender moglie, Pierantoni commenta: ” Terminati gli anni della fanciullezza e giunto Pietro a quelli dell’adolescenza, credendo gia di esser tutto del suo Dio cresceva sempre più nel suo cuore un ardente desiderio di darsi tutto alla perfetione, quando si avvidde che gl’era troncata la strada anche fra suoi domestici. Dice il profeta Michea c. 1: inimici hominis domestici eius” (PIER, XXI, 7).

24) Patriam dimisit. ” Non deve passar senza lode, questo atto generoso dello staccarsi che fa di nascosto dalla sua cara Patria questo tenero giovinetto; mentre con tale distaccamento, et abbandono, riporta gloriosa vittoria d’un affetto il più intrinsecato che habbia l’homo dalla natura, cioe l’amore della Patria, che d la più tenace delle passioni, che regni nel cuore humano; canto il poeta di Sulmona: dulcis amor Patriae, dulce videre suos, et altrove disse che e si fortemente radicato questo amore che la natura mai lascfa di tenerlo vivo nella memoria per ricordarsene: nescio qua natale solum dulcedine cunctos ducit et immemores non sinit esse sui, e se bene Pietro non lasciava Roma come un S. Benedetto, un S. Mauro, un S. Placido e tanti altri per venire a racchiudersi nelle grotte de montf sublacensi, ma una piccola terra o castello, con tutto ciò l’amore ad essa o era eguale o forse, come sole accadere talvolta maggiore, come ben disse Seneca che nemo diligit Patriam quia magna sed quia sua. Ogni tugurio a chi vi nasce serve per un anfiteatro: cosi ad Ulisse la sua Itaca, che altro non era, che un gruppo di quattro rustiche habitationi situate sopra un’erto scoglio, sembro pin bella e cara che ad Agamennone la sua augusta Micene: come lo espresse Cicerone (I De Oratore) che lo sperimentd in se stesso per la sua Patria di Arpino, anzi per una villa ad esso vicina; ove egli era nato: Ac nos in quod maxime debet, Patria nostra delectat; cuius tanta est vis et tanta natura ut Ithacam illam in asperrimis saxulis tamquam nidum affixam sapientissimus vir immortalitati anteponeret; e con tutto cio questo generoso giovine per assicurarsi della Patria del cielo, risolutamente abbandona quella della terra” (PIER. XXI, 47).

25) ” Con pensiero più sicuro, risoluto e generoso non potendo più resistere agli assalti paterni e materni determino di partirsi dall propria casa, abbandonare la patria, i beni, et il mondo perseverare tutto illibato il giglio di sua purità onde circa il mese di marso nell’anno 1048 secondo che si raccoglie dal rimanente di sana vita, fuggendo nascostamente da soi, lasciando tutto in abbandono, si porto alla città di Tivoli” (PIER. XXI, 7).

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