Arte e cultura della Marsica

Cammino ripercorso da quattro grandi critici, scrittori e poeti :
Dario Bellezza, Giorgio Di Genova, Mario Lunetta, Domenico Guzzi

Carnebianca nel 1966 inizia giovanissimo a lavorare, con estremo amore per l’arte, presso lo Studio di Scenografia Teatrale del Maestro Camillo Parravicini, dove, impastando terre, preparando colla di coniglio e inchiodando tele apprende le alchimie fondamentali dell’arte.

Nel 1968 lavora nel Cinema con l’artista Scenografo statunitense Fred Tuck, presso gli studi Dino De Laurentiis sulla Via Pontina a Roma, sino al 1970.
Negli stessi anni lo Scultore, pittore e creatore di gioielli scopre il mondo fantastico, enigmatico, esoterico, simbolico e metafisico nelle sue immagini surreali Nel 1975 insieme ad altri colleghi fonda il Gruppo ULA.
( Unione Liberi Artisti ) che si occupa maggiormente del decentramento culturale.
A trent’anni in veste di pittore-scultore ritorna in Venezuela a Caracas dove aveva già speso buona parte dell’infanzia e dove ha rapporti di lavoro con l’Italcambio.

Nel 1981 ritorna definitivamente in Italia, si stabilisce a Roma dove è nato nel 1948. Ma abruzzese per parte materna e abruzzese d’elezione sceglie quale sede del suo studio la suggestiva cornice di Rosciolo in provincia de L’Aquila.

Ed è in questo piccolo centro alle pendici del Monte Velino ove d’inverno domina l’odore della legna bruciata nei camini, che Enzo Carnebianca ritrova le sue radici: è’ qui che esegue con prevalenza le sue opere, il suo studio e’ affacciato su una vallata, è una sorta di officina in cui le opere compiute, nel silenzio delle montagne, dialogano con quelle in lavorazione.
Le sue raffigurazioni scultoree e pittoriche esprimono una mitologia intima, con esseri del subncoscio.

Riesce a materializzare: oggetti, persone, situazioni, come fossero qualcosa di fisiologico e dà corpo ai suoi ed ai nostri fantasmi: antropo-serpenti, spirali, figure con le teste allungate, idoli antropomorfi in posizione ieratica, creature che presentano una mela al posto del cuore, orologi come terzo occhio, serrature in mezzo alla fronte.

Le sue sculture colpiscono dritto al cuore per la forza espressiva, che rimandano ad un passato: evocato, immaginato, sognato e ogni volta provocano brividi profondi.
Ecco perché le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private, in Europa e nel mondo.

Tra le tanti esposizioni ricordiamo le più importanti:
1979-80-81 Caracas ;
1983 Expò di New York;
1988 Castello Spagnolo de L’Aquila;
1989 National Museum of Archeology La Valletta a Malta;
1994 Galleria Cà d’Oro Piazza di Spagna a Roma ;
1994 Fiera di Roma;
Gennaio 1997 Palazzo delle Esposizioni di Roma;
nel 1995 vince il premio internazionale ” La Plejade ” consegnato in Roma a Montecitorio;
nel Marzo 1997 realizza un’opera monumentale che vorrà essere nella sua iconologia la chiave di lettura della donna del passato del presente e del futuro.

Per realizzare l’opera lo scultore ha lavorato circa sei mesi e per dare un’identità, il corpo e il volto della stessa nella sua totalità sono le sembianze dell’artista Nadia Bengala che ha scelto come modella.
Oggi vive stabilmente a Roma nel suo studio di Via dei Neofiti, 7.

Sito Web: www.carnebianca.com
E-mail: ecarnebianca@usa.net

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