Il nome: Da un’antica voce longobarda “skulk”, posto di guardia. (E. GIAMMARCO). Secondo il Febonio, Scurcola sarebbe sorta per opera dei cittadini di Alba Fucens, i quali, dopo la distruzione della loro città per opera di Carlo d’Angió, avrebbero formato un “castello” sopra un’altura, sulla quale più tardi gli Orsini innalzarono una rocca fornita di torri.
Panorama di Scurcola Marsicana
Non sappiamo quanto tale notizia possa essere veritiera, soprattutto se si tien conto dell’origine longobarda del nome, che farebbe pensare a una maggiore antichità del centro di Scurcola. Ad ogni modo, solo con la costruzione della chiesa S.Maria della Vittoria e dell’annesso monastero cistercense si può dire che abbia inizio la moderna storia di Scurcola. Ben presto fu proprio quest’abbazia ad acquisire diritti feudali e quasi vescovili, tanto da controllare e avere sotto di sé numerose terre della Marsica, da Ponti e Corcumello a Poggio Filippo e S. Donato, da Venere e Vico a Lecce e Gioia.
Verso il XVI secolo, però, abbandonato il monastero dai Cistercensi e passato tutto il feudo sotto i Colonna, Scurcola perse il suo antico prestigio, pur rimanendo un centro abbastanza notevole, anche per la presenza (nel Seicento) di ben tre grandi monasteri (dei Conventuali, dei Carmelitani e dei Cappuccini). L’occupazione francese dell’Abruzzo nel 1799, l’abolizione dei feudi nel 1806, le vicende politico-militari del XIX secolo, coinvolsero anche Scurcola, che rimase però sostanzialmente fedele alla causa borbonica fino all’unità d’Italia, accogliendo festosamente il re Ferdinando II in visita alla Marsica nel 1843. Gli avvenimenti del 1860-61 – con la carneficina operata dai Piemontesi nella chiesa delle Anime Sante – danno un tono di tragedia alla vicenda umana e storica di Scurcola.
Testi a cura del prof. Angelo Melchiorre
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